Pages Menu
Categories Menu

METODOLOGIA

IL COLORE FUNZIONALE

Attraverso l’uso funzionale del colore e della luce progettiamo spazi finalizzati al comfort ambientale e all’umanizzazione di tutti gli ambienti in cui il benessere dell’individuo è il principale obiettivo.

Dal punto di vista fisico il Colore è Energia, la parte visibile delle radiazioni elettromagnetiche. È una sensazione del cervello causata dall’interazione della luce con la materia che, illuminata, riemette la luce in qualità e quantità differenti, provocando sensazioni diverse a cui attribuiamo  i nomi dei colori.

Luce e colore sono interdipendenti: sono efficaci strumenti di progettazione e fattori decisivi dell’ergonomia visiva, capaci di produrre benefici effetti sull’individuo.
Se opportunamente studiato e scelto nella giusta tonalità, saturazione e luminosità, il colore è un valido aiuto per modificare le proporzioni e le percezioni degli spazi, segnalare luoghi, usi e funzioni, migliorare la visibilità dei percorsi, creare aspettative e influire sullo stato psico-fisico dei fruitori.
Allo stesso modo e contemporaneamente al progetto del colore, la luce naturale e la luce artificiale devono essere studiate, quantificate e calibrate secondo la destinazione e l’uso, valutandone la temperatura colore, che può potenziare o disturbare le scelte cromatiche.

La rilevanza del progetto del colore funzionale è data dallo studio degli effetti che il colore produce sull’individuo nella sua qualità fisica di onda elettromagnetica, tra cui gli effetti fotobiologici, psicologici, comunicativi, terapeutici. Questi sono una serie di cambiamenti nel modo di percepire (sia nella dimensione corporea sia in quella psichica), interpretare, valutare, agire, comunicare che gli esseri umani mettono in atto rispetto agli stimoli procurati dal colore: effetti fotobiologici (visione, luce, variazioni del sistema nervoso autonomo), comunicativi (informazioni verbali e non verbali, interazione sensoriale), psicologici (comportamenti, modelli culturali, sinestesie percettive, scelta dell’abbigliamento o dell’appartenenza), terapeutici (medicina psicosomatica, cromoterapia, tecniche antistress, benessere da contesto ambientale).

Il colore funzionale è definito in funzione della destinazione d’uso degli ambienti e del tipo di utilizzatore. Per ogni spazio architettonico è necessario usare non un qualsiasi colore, ma il “suo” colore: il più adatto ad armonizzarsi alla funzione di quello spazio, insieme a luce, materiali e sapiente tecnologia.

Nel progetto cromatico di “Colore e … ” i colori sono applicati “per quel che servono” e non “perché piacciono”, in modo funzionale e non solo per creare ambientazioni esteticamente gradevoli: “Il colore non può essere considerato soltanto una questione di arte e bellezza o un semplice elemento decorativo” (Frank Mahnke). Funzione e bellezza camminano insieme di pari passo e la dimensione puramente estetica della scelta cromatica viene a essere sostituita da quella funzionale, finalizzata alla definizione della qualità ambientale.

La progettazione sensoriale è un modo più sensibile di costruire il rapporto con l’ambiente sulle esigenze dell’uomo, creando un’ergonomia sensoriale, una sintonia tra la fisiologia dell’individuo e la situazione fisica. E’ necessario curare le relazioni tra impianti appropriati, layout funzionali, materiali adeguati, colori, luci e l’uso di accessori e di arredi ergonomici. Attraverso l’equilibrio tra questi elementi, è possibile sviluppare attenzione su ciascuno dei nostri sensi e soddisfarli in armonia.
Tramite la conoscenza e l’uso delle sinestesie percettive possiamo ricreare ambientazioni, evocare sensazioni e suggestioni, risvegliare ricordi e memorie inconsce, fornendo informazioni ed emozioni, realizzando luoghi di forte identità, a garanzia della qualità ambientale e del comfort.
I colori, nelle diverse gradazioni cromatiche determinate dalla lunghezza d’onda elettromagnetica corrispondente, agiscono in differenti modi sulle funzioni dell’organismo, sulla mente, sulle emozioni: sono esperienze sensoriali che, interagendo con quelle connesse con gli altri sensi, producono i fenomeni sinestetici.
La sinestesia percettiva (percezione concomitante) si ha quando uno dei nostri sensi è risvegliato dall’esercizio contemporaneo di un altro senso e, se opportunamente studiata, può essere utilizzata al fine di ottenere sensazioni a catena, tra cui: l’aumento del senso di respirabilità, (l’arancione), la stimolazione dell’appetito (i rossi), l’attenuazione della percezione di rumore (l’indaco), la predisposizione al riposo (il blu) o, al contrario, la capacità di concentrazione (il giallo), la sensazione di fresco (i blu e i verdi) o di calore (il rosso e i colori caldi), l’attitudine alla socializzazione (i turchesi) o all’intimità (i rosa) e tanto altro ancora.
In tal modo il colore si manifesta come un grande illusionista dai mille volti, in grado di indurci a provare una sensazione per un’altra, utile a plasmare l’ambiente secondo gli obiettivi. E’ indispensabile, pertanto, conoscere e usare sapientemente tali ambiguità e illusioni cui il colore ci sottopone costantemente perché l’influenza psicofisiologica è subita in modo inconsapevole.

UMANIZZAZIONE DEGLI SPAZI SANITARI

Umanizzare” significa mettere prioritariamente la persona al centro di tutte le attività e soddisfarne a pieno le esigenze, realizzando un rapporto amichevole con lo spazio studiato a sua misura.

La qualità ambientale si esprime attraverso l’equilibrio tra gli elementi architettonici, funzionali, tecnologici, in uno scenario che, a fianco di competenza e professionalità, offra una maggiore partecipazione umana e affettiva nel realizzare il benessere psico-fisico.
Il progetto dell’umanizzazione di COLORE e … SANITA’ è basato sull’attenzione all’equilibrio sensoriale dell’individuo, il quale deve sentirsi posto al centro del progetto. Tutto deve ruotare intorno alla persona: architettura, arredi, finiture, colori, qualità materiche, segnaletica, suoni, odori, temperatura, umidità, ventilazione, luminosità, igiene. Ogni dettaglio deve comunicare calore e accoglienza, compensando la freddezza tecnologica, garantendo privacy e comfort, comunicando in modo semplice orientamento, trasparenza e informazione. La struttura sanitaria deve ricercare un atteggiamento che sia principalmente orientato e attento alla persona nel conformarsi alle sue complesse necessità: si deve, in sintesi, garantire non solo la salute dell’individuo, ma anche il benessere fisico, psichico e ambientale per ogni tipo di fruitore, evitando e contrastando il fenomeno diffuso e dannoso della Sick Building Sindrome, che affligge molte strutture sanitarie.

Sebbene la qualità dell’ambiente da sola non abbia ovviamente il potere di far guarire, la relazione tra colore e agio psicologico sono noti universalmente. Colore e luce giocano un ruolo fondamentale per il benessere psico-fisico degli utilizzatori degli spazi: intervengono sui parametri biologici, psicologici, culturali e simbolici. Per i pazienti, l’ambiente confortevole ha un potere terapeutico aggiuntivo, favorendo e accelerando la ripresa. Anche il personale sanitario, soggetto ad attività, orari e rapporti stressanti con struttura e pazienti, deve poter svolgere le prestazioni professionali in luoghi funzionali e confortevoli, in cui trovare maggiori motivazioni al lavoro e disponibilità nelle relazioni.

Il colore è portatore attraverso la luce di stati di benessere, ma anche di tensioni, che rendono indispensabili particolari riflessioni, considerazioni e attenzioni sul suo uso appropriato: solo una scelta consapevole di qualità e dosi cromatiche idonee può realizzare una corretta umanizzazione degli ambienti sanitari, a garanzia di un effettivo comfort ambientale.