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Posted by on Feb 12, 2015 in Blog

L’ALBERO-INQUILINO NEL BOSCO VERTICALE DI MILANO

L’ALBERO-INQUILINO NEL BOSCO VERTICALE DI MILANO

 

Nel 1972 il visionario pittore, scultore, architetto ed ecologista Friedensreich Hundertwasser nel suo manifesto IL DIRITTO DELLA FINESTRA, IL DOVERE DELL’ALBERO scriveva: “Nelle nostre citta’ soffochiamo a causa dell’inquinamento dell’aria e della mancanza di ossigeno. La vegetazione che ci consente di vivere viene sistematicamente distrutta. La nostra esistenza è disumanizzata. Camminiamo lungo facciate di case grigie e sterili e non ci rendiamo conto di essere destinati a celle di prigione. In città si deve poter respirare di nuovo l’aria dei boschi!”. L’anno successivo l’artista realizzo’, nell’ambito della Triennale di Milano, una delle sue innovative idee installando su alcune finestre di via Manzoni 12 ALBERI-INQUILINI che avrebbero pagato l’affitto “con l’ossigeno, la riduzione della polvere, come sistema anti-rumore, creando quiete, distruggendo veleni, purificando l’acqua piovana inquinata, portando felicita’, salute, farfalle, bellezza e con molte altre monete”.

40 anni dopo vediamo realizzato il BOSCO VERTICALE di Milano progettato da Stefano Boeri che si e’ aggiudicato l’International Highrise Award 2014 in quanto grattacielo piu’ bello del mondo. Nella motivazione dei giurati e’ citata, tra le altre cose, la capacita’ di rispondere “al bisogno umano di contatto con la natura”. Le due torri residenziali ospitano infatti 800 alberi, 11.000 fra perenni e tappezzanti, 5.000 arbusti, per un totale di oltre 100 specie diverse: un corrispettivo di 20.000 metri quadrati di bosco e sottobosco che densificano in altezza il verde nella citta’. Questo bosco metropolitano garantisce cosi’ elevate prestazioni di sostenibilità ambientale assicurando i piu’ elevati standard di benessere ai suoi residenti, riducendo le escursioni termiche, contribuendo alla produzione di ossigeno e assicurando un significativo assorbimento delle polveri sottili.

Forse negli anni ’70 non eravamo ancora pronti per idee cosi’ radicali e coraggiose, ma, come si dice, meglio tardi che mai!